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Blog di Fabio Cuoppolo, 27 anni, che ha la pretesa, ogni tanto, di instillare qualche dubbio nei suoi pochi affezionatissimi lettori

martedì 10 gennaio 2012

RYANAIR E CASELLE

In questi giorni a Torino è esploso il caso Ryan Air. Fino a ieri tutte le prenotazioni da e per Torino della compagnia low cost sono bloccate dopo il 24 marzo 2012, e se oggi i giornali riportano della comparsa di un nuovo TRN-MLA, al momento comunque niente risulta prenotabile per la capitale maltese.  

Si sono interrotte quindi bruscamente le estenuanti trattative tra Sagat e Ryan Air per installare a Caselle una base che duravano ormai da mesi. Base significa che un certo numero di aereomobili staziona di notte nell’aereoporto portando con sè un un aumento delle rotte disponibili. Torino rischia così di rimanere una delle pochissime (l’unica?) area metropolitana europea di medie e grosse dimensioni a non avere una base Ryan Air. Ad esempio città come Karlsruhe (!!) in Germania aprirà da marzo 2012 una base e i due aereomobili che stazioneranno (ipotesi su cui si lavorava su TRN) porteranno a 19 rotte. Breslavia con un aereomobile solo arriva ben a 22. Per loro forse non valgono le motivazioni addotte da Sagat per lo stop (crisi economica e cambio al management commerciale di FR)? Al momento risultano quindi bloccate non soltanto le nuove possibili destinazioni ma anche l’attuale carnet (Brindisi, Bari, Bruxelles, Charleroi, Dublino, Girona, Ibiza, Londra Stansted, Parigi, Trapani), peraltro proprio a ridosso del ponte pasquale. 

I soggetti pubblici partecipanti a Sagat devono porre rimedio al più presto allo squilibrio persistente nei confronti degli azionisti privati che rallentano gli investimenti (per intascare gli utili) per la base. Il Comune di Torino in prima istanza, perché maggiore azionista con il 38% e a maggior ragione perché il sindaco Fassino aveva posto lo sviluppo di Caselle come uno dei punti importanti del suo programma elettorale non più tardi di 6 mesi fa. E se a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, il fatto che la famiglia Benetton controlli attraverso Sintonia S.A. non solo il 25% delle azioni di Sagat, ma anche quote di Alitalia (concorrente di Ryan Air, in competizione diretta su alcune rotte) può non essere una coincidenza in tutta questa vicenda. 

Sullo sfondo di tutto questo ci sono gli stucchevoli esibizionismi di dati trionfanti sui passeggeri ( +3,9%) di Caselle sul periodo gennaio-novembre 2011 da parte di molti. Il +3,9% per un totale di 3.412.679 passeggeri rispetto allo stesso periodo del 2010 però nasconde parte della verità: Torino passa dal 12 posto nella classifica degli aereoporti italiani al 14 posto e assiste con invidia ad altri incrementi, quelli sì più entusiasmanti. Possiamo quindi vedere tra gli altri Linate +9,6%, Bergamo +9,6% (con più del doppio dei passeggeri trasportati rispetto a TRN e solamente grazie alla base Ryan Air che fa il 90% del traffico), Pisa +10,7%, Venezia +25,6%, Cagliari +7,7%, Brindisi +29,2%, Verona +12,3%. Ci sono poi casi di boom in alcuni aereoporti, che seppure piccoli, stanno trovando sostenibilità nella specializzazione di alcuni traffici regionali (vedi Rimini). 

E’ inspiegabile in ogni caso la lenta risposta degli enti locali a Caselle. L’aereoporto non è soltanto la porta d’ingresso a Torino e al Piemonte: porta occupazione, sia strettamente legata all’aereoporto con la manutenzione, l’handling e la ristorazione, sia legata al fatto che un territorio accessibile è sempre più uno degli standard di localizzazione di imprese. Un territorio che in fase di selvaggia deindustrializzazione ha puntato strategicamente anche sul turismo si taglia in questo modo le gambe da solo. Da aggiungere inoltre che l'amministrazione regionale precendete non ci pensò troppo a impegnare ingenti risorse per comarketing con la nuova Alitalia che ora dopo poco smantella alcune delle rotte di Torino (sempre meno raggiungibile dopo i tagli contestuali di Trenitalia) e invece ha glissato su Ryan Air, che si è dimostrata ben più affidabile come destinario di investimenti. Connettività uguale sviluppo quindi, sperando di ricevere presto notizie di senso opposto. 


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