Stamattina facendo la consueta mini rassegna stampa domenicale mi imbatto in una brutta notizia. 3 soci di Arenaways, la prima compagnia ferroviaria passeggeri privata in Italia, si oppongono all'ennesimo aumento di capitale e la società si avvia verso il fallimento.
La notizia era nell'aria: sono stato un entusiasta cliente di Arenaways sulla Torino - Milano parecchie volte quest'anno rimanendo sempre piacevolmente stupito della qualità del servizio e viceversa contrariato dai pochi clienti che invece affollavano i treni. Veder arrivare la domenica sera a Porta Susa sul 4 binario il solito scassatissimo e sporchissimo Regionale "Veloce" Trenitalia per Milano Centrale e i fiammanti Bombardier arancione di Arenaways sul quinto binario per Milano Porta Garibaldi quasi in contemporanea e osservare l'80% dei passeggeri salire sul Trenitalia era surreale. Allo stesso prezzo (9.85 contro 10 euro) il servizio era nettamente migliore: treni puliti che profumano di nuovo, bagni pulitissimi (con il lucidascarpe!!!), corridoi larghi e postazioni attrezzate per i disabili, carrozza ristorante (spesso il caffè non l'ho pagato), personale giovanissimo e sorridente, possibilità di fare il biglietto a bordo, prese per il computer funzionanti. La cosa drammatica è sorprenderti per il servizio, che dovrebbe essere la normalità, ma che in questo Paese dei monopoli malati evidentemente non è considerato un diritto.
Arenaways del signor Arena (finalmente un imprenditore serio, che fa impresa e quindi sa che per fare impresa bisogna rischiare e non solo vivere di rendita) paga l'ostracismo vergognoso di Trenitalia e RFI. Prima gli orari scomodi e poi il divieto di fare fermate (il progetto originario e potenzialmente vincente era quello di fare un anello a 2 sensi con fermate Porta Susa - Santhia - Vercelli - Novara - Milano Garibaldi e Rogoredo, Pavia, Voghera, Alessandria - Asti - Lingotto raccogliendo quindi non soltanto i pendolari point to point tra Torino e Milano) stanno definitivamente affossando l'ambizioso progetto, il tutto nel silenzio delle istituzioni (dal Ministero dei Trasporti fino alla Regione) che non hanno tutelato gli interessi dell'azienda, dei lavoratori (tutti giovani ricordiamolo) e dei passeggeri.
Gli stessi ostacoli si stanno perpetrando ai danni di NTV che forse riuscirà a partire a fine anno dopo una lunghissima start-up di 5 anni. NTV ha sicuramente spalle larghe per resistere (Montezemolo, Della Valle, SNCF, Intesa San Paolo tra i soci), ma questi blocchi illiberali stanno soffocando l'Italia.