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Blog di Fabio Cuoppolo, 27 anni, che ha la pretesa, ogni tanto, di instillare qualche dubbio nei suoi pochi affezionatissimi lettori

giovedì 18 aprile 2013

Il Quirinale e l'eutanasia Pd

L'ossessione di Bersani per Palazzo Chigi sta trascinando il Pd all'implosione.

L'ultima trovata è stato il nome Franco Marini per il Quirinale. La cosa che più non convince è sicuramente lo schema di accordo Pd-Pdl. Evidentemente non sono bastati 20 anni di distruzione di questo Paese,  anzi: si è voluto dare un'altra arma politica a Grillo, che sul Pdmenoelle ha costruito parte della sua fortuna elettorale.

Non convince il metodo interno, e le urla del Capranica ca di ieri sera lo dimostrano.

Ma il fatto è che non convince nemmeno il nome. Marini è un ottantenne percepito come un prodotto del Nocevento. Superato nei fatti e anche nella percezione del Paese. Non l'hanno votato nemmeno in Abruzzo.
Marini è uno di quelli dell'accordo con il centro, e del dialogo con il Pdl su un tema esplosivo come la giustizia, quello del Casini sì/Idv No. Uno dei dirigenti responsabili di quella condotta suicida nè carne nè pesce che ha fatto perdere al Pd le elezioni. Uno di quelli che pensa che elezioni si vincono sommando il 30% del Pd + 15% di Monti-Casini-Fini, e poi si ritrova con il Pd al 24% e Monti che non conta niente, perchè la politica negli ultimi anni non è mai stata la somma di percentuali.

Sotto metto un video di un 2-3  anni fa, dibattito Marini -Di Pietro alla Festa Democratica Nazionale a Torino . Io quel giorno c'ero tra il pubblico. Non era una platea ostile di militanti Idv, come gli amici del Pd mi dissero quella sera. Dirigenti piemontesi ce n'erano, ma chi fischiava era la base del Pd. Quella che vi ha votati nonostante tutto, ma che non voleva più vedere certe cariatidi (non soloper l'età, perchè Fassina è giovane, ma è ancora più vecchio nella testa), con modi di ragionare avulsi dalla realtà.





lunedì 8 aprile 2013

A proposito delle #primarieroma


Il problema vero non sono le file di rom ai seggi delle primarie romane, anche se qualche sospetto di poca trasparenza evidentemente lo fanno venire. A meno che non ci siano casi “Michele Curto” in salsa romana, cioè un effettivo coinvolgimento politico della comunità grazie all’impegno personale e collettivo, che viene riconosciuto ( o gli viene impedito come a Torino) anche attraverso il diritto di voto per un determinato candidato. Se così non fosse invece chi è il vero razzista?  Chi sfrutta povertà e esclusione sociale per tornaconti elettorali o chi osserva stranito i fatti?

Il problema vero, anche se è stato dato un bel vantaggio al sindaco uscente che sul tema integrazione mancata vinse 5 anni fa,  sono i voti interessati, i pacchetti di voti, i “consiglieri comunali alla testa della fila con 20 persone dietro”, i ticket decisi a tavolino solo per interesse. Tutte cose già viste, anche da queste parti. E' evidente quindi che non è un tema di nazionalità. 

Quello che ho scritto significa buttare via il bambino con l’acqua sporca? Assolutamente no. Maggiore è la partecipazione meglio è. I voti non liberi si annacquano nel mare dei voti liberi. Prima delle regole restrittive, servirebbero svolte morali. E siamo ancora ben lontani dall'obiettivo.