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Blog di Fabio Cuoppolo, 27 anni, che ha la pretesa, ogni tanto, di instillare qualche dubbio nei suoi pochi affezionatissimi lettori

giovedì 27 dicembre 2012

Grasso e gli applausi spontanei della platea addomesticata

La notizia di oggi è che  Grasso, il procuratore nazionale antimafia, ha chiesto l'aspettativa al CSM per motivi elettorali, probabilmente per candidarsi nel PD, soltanto qualche giorno dopo aver criticato Ingroia per lo stesso motivo.

Sarebbe utile ricordare due cosette a proposito di Pietro Grasso.

Nessuno dubita della sua onestà, ma è opportuno stato nomitato procuratore nazionale antimafia grazie alla manina di Berlusconi e del suo governo che nel 2005 infilarono un emendamento ad personam nella legge Castelli sulla giustizia  per escludere la candidabilità di Giancarlo Caselli a procuratore nazionale antimafia mettendo un tetto d'età. Un tetto che non esiste in politica e nei posti di potere, che molti mantengono vita natural durante, ma in quella occasione evidentemente andava posto. L'esclusione di Caselli di fatto favorì Grasso, che non disse mai niente sull'accaduto, nemmeno dopo che la Corte Costituzionale dichiarò illegittimo quel provvedimento.

Memorabile poi la sua frase sul Governo Berlusconi, al quale secondo Grasso, bisognava dare un premio per la lotta alla mafia. Debito di riconoscenza evidentemente, dimenticando che i grandi arresti di quel periodo storico erano dovuti alla testardaggine di forze dell'ordine e magistratura, non certo a quel governo che invece ha tagliato sulla sicurezza, sulle direzioni distrettuali antimafia, ha fatto una guerra perpetua alla magistratura, ha cercato di smontare il riutilizzo sociale dei beni confiscati alla mafia, non ha dato protezione adeguata ai testimoni di giustizia, ha favorito evasione fiscale e corruzione sempre più terreno fertile della criminalità organizzata. 

Anche Dell'Utri di fatti, oggi, interviene così "Giudico bene il suo operato, è stato positivo e accorto. Si è impegnato sempre in modo concreto nella lotta alla mafia". Paese strano nel quale un condannato per favoreggiamento alla criminalità organizzata giudica chi lotta bene contro la mafia e chi invece no. 

La platea radical chic è invece pronta ad applaudire. La platea addomesticata del volemmose bene alla Fabio Fazio ( che a Grasso dà sempre uno spazio enorme) che tanto riscontra favori in certa sinistra.


martedì 18 dicembre 2012

L'edisu e il diritto allo studio

L’edisu ha varato i nuovi criteri per l’assegnazione dei contributi per il diritto allo studio. Il nuovo criterio di meritocratazia (media del 25) è stato affiancato agli storici criteri economici di condizione reddituale del nucleo familiare dello studente e della sua posizione (studenti fuori sede, pendolare eccetera). 
È evidente che se il criterio è univoco per tutte le facoltà si penalizzano le facoltà scientifiche rispetto a quelle umanistiche. Senza fare  futili distinzioni tra facoltà “facili” e facoltà “difficili” i numeri sono chiari: a Ingegneria quasi uno su due è escluso per media troppo bassa, all’opposto i numeri di facoltà come Lettere. 

Tutto questo costituisce un segnale negativo di controtendenza rispetto alle politiche volte a  cercare di colmare  il gap di competitività delle facoltà scientifiche che servono da traino per l’evoluzione del Paese. Il criterio costruito così  alimenta poi la convinzione che serva semplicemente a quadrare il cerchio dal punto di vista economico con la riduzione massiva delle risorse della Regione per i contributi per il diritto allo studio. Scelte cieche rispetto alle priorità di sviluppo che possono garantire gli atenei cittadini, i quali perdono attrattività in Italia e soprattutto all’estero (importantissima più che altro per il Politecnico) e non generano ricadute economiche positive (effetti diretti positivi sugli studenti che abitano e spendono sul territorio, ma anche effetti indiretti di capitale sociale e umano che cresce).
Per il momento, In un Italia dall’evasione fiscale così vasta, auspicare che il criterio economico sia applicato per le persone che veramente hanno bisogno del contributo è sperare troppo. Ma almeno una revisione della regola della media è possibile farla. Probabilmente usando il criterio dei crediti conseguiti, più che la media effettiva, provando a evitare il paradosso che chi tenta di fare tutti gli esami, magari con voti più bassi, rimane escluso dai contributi a vantaggio di chi fa pochi esami, sì fatti meglio, ma arrivando sul mercato del lavoro troppo tardi.