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Blog di Fabio Cuoppolo, 27 anni, che ha la pretesa, ogni tanto, di instillare qualche dubbio nei suoi pochi affezionatissimi lettori

martedì 22 ottobre 2013

le contestazioni sull'università fuori tempo massimo?

Ieri leggevo della contestazione al ministro Carrozza all’Università di Rende. E la contestazione strideva un po’ con il luogo. La scarsità delle risorse per l’università, al ricerca e il diritto allo studio dipendono anche dalle scelte scellerate di questi anni.

La prima delle politiche sbagliate è stata la delocalizzazione degli atenei in sedi decentrate accompagnate dal proliferare degli atenei stessi: tutto molto collegato a un localismo esasperato che ha prodotti sprechi e inefficienze, vedere anche sotto alla voce province o alla voce aeroporti. D’altra parte vige spesso l’assunto che non sei una città importante se non hai l’ente provinciale autonomo, la tua prefettura, il tuo aeroporto con 4 voli in croce e il tuo ateneo.

Una sede decentrata in una piccola città è utile nella misura in cui è integrata nell’economia e nel tessuto locale (ad esempio Ingegneria a Dalmine),viceversa gli effetti distorsivi che produce sono maggiori rispetto ai benefici. Invece di spendere soldi in personale, strutture e spostamenti quelle risorse potrebbero essere impiegate per rafforzare il sostegno economico agli studenti fuori sede, per attrarre studenti stranieri, per investire in ricerca. Università piccole e molto locali non sanno competere nemmeno a livello nazionale, altro che europeo o mondiale. E dire che l’integrazione tra territorio e università potrebbe generare anche effetti positivi, se ci fosse capacità strategica da parte degli enti locali di investire nella direzione di specializzarsi in nicchie di mercato e nelle eccellenze che il territorio può esprimere (Porter la chiamerebbe strategia di focalizzazione per ottenere vantaggio competitivo).

Anche sul diritto allo studio paghiamo anni di politiche sbagliate. Non soltanto si scontano gli effetti di un alta evasione (per cui i figli degli evasori hanno goduto di incentivi economici), ma anche criteri sbagliati di assegnazione delle borse di studio per i quali a volte bastava un terzo dei crediti conseguiti per ottenere la borsa di studio, come se metterci in proiezione 10-15 anni per terminare il corso degli studi fosse un merito da sostenere economicamente.

mercoledì 7 agosto 2013

la vera sfida dell'authority

L’Authority dei trasporti sarà a Torino (al 99% manca solo l’approvazione della Camera, ma il decreto arriverà blindato) e può essere considerata una buona notizia, visto che di solito siamo a commentare gli “scippi” a Torino, che siano aziende, eventi, saloni….
La cosa più importante di cui occuparsi, dopo essere certi che la sede decentrata e non romanocentrica non porti costi e inefficienze, è però che l’ente di regolazione funzioni e che si occupi dei temi sul tavolo.

Non farsi condizionare dalle grandi aziende private del settore, garantire l’accesso a condizioni eque per tutte gli operatori alla rete infrastrutturale, assicurarsi della regolazione delle scadenze delle concessioni autostradali in funzione degli investimenti effettuati, accelerare sulle gare per i servizi ferroviari locali, garantire la qualità dei servi agli utenti per avere una concorrenza paritaria tra gli operatori, vigilare sui canoni di pedaggi e tariffe: sono queste le sfide che attendono l’Autorità, non tanto aver piantato la bandierina nella nostra città.

martedì 6 agosto 2013

Il nuovo Friuli

Della legge sugli stadi se ne può (e si deve) farne a meno. Sono anni che si parla di una legge “sugli stadi”, al fine di agevolare il rinnovo degli impianti sportivi nelle nostre città e ormai sembra essersi arenata completamente, specialmente con la perdita della candidatura per Euro2012. Peraltro la fantomatica legge sugli stadi un risultato negativo l’aveva già ottenuto: ha rallentato, se non fermato, tutti i progetti, ancorchè preliminari o addirittura sulla carta, di ristrutturazioni/nuove realizzazioni di stadi. Molte società si sono fermate, aspettando una legge che consentisse più speculazioni edilizie clamorose attorno agli impianti sportivi, che attenzione agli stadi stessi. Procedure speciali (deroghe alle leggi urbanistiche con trasformazioni immediate in aree edificabili, diminuizione dei controlli, contributi speciali per pochi) per interessi privati.

Se la Juventus ha dimostrato anticipando tutti che è possibile investire in stadi nuovi senza nessuna legge speciale guadagnandoci lo stesso dal punto di vista sportivo ed economico (27 volte è stato registrato il tutto esaurito, museo con fatturato complessivo di 2 milioni di euro in 6 mesi sono solo alcuni dei dati positivi), merita particolare menzione il secondo grande progetto partito (cantieri al via quest’estate), quello dell’Udinese.

Qui si è partiti da una ristrutturazione dell’esistente, di fatto mantenendo la struttura caratteristica dello stadio (l’arco), riducendo la capienza (25130 da 41000) ma rivoluzionando sia il comfort, sia il concetto di impianto. Parliamo di 25000 posti tutti coperti, con la creazione di Skybox in Tribuna Ovest (a differenza di ora, dove i soli posti coperti sono quelli della Tribuna Ovest), che non si ha difficoltà a pensare che saranno quasi sempre esauriti: 25000 è la capienza giusta per una società che fa 15000 abbonati. Il campo (che sarà riscaldato) sarà avvicinato alle tribune di 11 metri (distanza tribuna ovest 5,5 mt dal campo, curve a 10mt) e saranno ricavati spazi per la fruizione anche extra evento calcistico dello stadio) senza ostacoli visivi; la sostenibilità sarà garantita dal mantenimento della struttura ipogea dello stadio e dall’utilizzo di materiali che garantiranno un fabbisogno energetico inferiore del 20% rispetto all’attuale. Sarà possibile avere una capienza di 35000 posti per concerti (la piazza di Udine è leader del nordest), amplificando quindi la multifunzionalità dell’impianto. Un progetto dai costi relativamente contenuti, ma dall’elevato impatto, che avrà anche sulle altre società (non necessariamente grandi) , spingendola a imitarla.

"L’arco dello stadio Friuli si eleva dalla terra ma non tocca il cielo, piega su se stesso, a difesa di chi ci sta sotto. Non un ponte verso le nuvole, ma un guscio a proteggere gli uomini"

giovedì 1 agosto 2013

Bologna, 2 agosto 1980.

Bologna, 2 agosto 1980. Puntualmente mi capita di pensare la stessa cosa: è passato un altro anno senza che il velo opaco che copre una serie di eventi storici italiani negli anni del terrorismo inizi a ritirarsi. Terrorismo rosso e nero, servizi segreti deviati, depistaggi governativi, massoneria, interventi degli stati esteri negli affari interni, strategia della tensione, criminalità organizzata: elementi che sembrano storia a sé, ma che è certo che si sono intrecciati tra di loro, creando nodi che i processi e le indagini non hanno mai sciolto fino in fondo. Spesso si è avuta la sensazione che la verità giudiziaria non ha conciso con la verità storica, con pezzi di realtà rimasti sottotraccia. Piazza della Loggia e Bologna, Italicus e Gioia Tauro, Peteano e Piazza Fontana. Alcuni degli avvenimenti di quel decennio rimangono ferite aperte mai chiuse, di cui Bologna rappresenta un po’ il simbolo: per la sensazione di dolore che pervade da quel corteo tutti gli anni, per la testardaggine dell’Associazione delle Vittime nel chiedere sforzi per fare luce, per chiedere Giustizia, per chiedere un cambio di passo su certi segreti di Stato. Da quest’ultima cosa bisognerebbe partire, visto che ci vorrebbe una volontà politica di affrontare e rivedere le norme sul segreto di Stato; ad oggi, come specificato anche dalla Corte Costituzionale, non c’è sindacato giurisdizionale sull’individuazione delle notizie che possono costituire segreto di Stato. Significa che l’esercizio del potere di controllo è demandato al Parlamento attraverso il Copasir e senza entrare in inutili tecnicismi giuridici pare evidente il rischio di corto circuito e di abuso di tale assetto.

mercoledì 31 luglio 2013

il Decentramento (in)utile dell'Authority dei Trasporti

L’emendamento al decreto Lavoro che prevedeva l’assegnazione a Torino la nascente Authority dei Trasporti è stato giudicato inamissibile per competenza e quindi non è stato votato dall'aula di Palazzo Madama. L’assegnazione decentrata dell’Agenzia è quantomeno un argomento controverso: i proponenti dell’emendamento dicono che Torino ha tutte le competenze per ospitarla (e questo è indubbio) e che non costa nulla perché “La sede dell'Autorità dei Trasporti è definita in un immobile di proprietà demaniale nella città di Torino”. Ora, che questo basti per non essere portatrice di sprechi e inefficienze è tutto da dimostrare: andando a prendere i casi esistenti di sedi decentrate di Agenzie (per l’Energia a Milano e per le Comunicazioni a Napoli) si rischia di affermare subito il contrario, e non è facile immaginarlo pensando comunque che i principali interlocutori di Agenzie di questo tipo (governo, ministeri) rimangono a Roma; tutto questo naturalmente senza arrivare a paragonarla in negativo alle recenti pagliacciate leghiste dei ministeri del Nord a Monza, perché sarebbe eccessivo. Un tema evidenziato a favore del decentramento è poi quello della “distanza dalle burocrazie romane”, che sarebbe utile per i compiti e i poteri di controllo propri di un ente che dovrebbe essere un Agenzia indipendente di regolazione: il criterio di indipendenza a mio parere si ottiene nei fatti e nei comportamenti, non tanto di default con la distanza chilometrica.

lunedì 29 luglio 2013

world master games a torino

Venerdì si aprono a Torino i World Master Games, l’evento sportivo che riguarda atleti over 35. Reduci dalla polemica se organizzarli o meno in tempi di disastrate finanze degli enti locali, la scarsa pubblicità all’evento risulta evidente. Nessun fasto da Torino 2006 ovviamente, ma se pensate allo sforzo organizzativo e al battage pubblicitario che fu dedicato alle Universiadi nel 2007 vi accorgerete delle differenze in negativo.
Sembra addirittura che manca un numero minimo di volontari per gestirle al meglio e la cerimonia di inaugurazione è stata salvata in extremis con l’intervento di qualche sponsor privato.
Il tutto si concentra su Torino (coinvolti solo San Francesco al Campo per il ciclismo su pista, il lago di Candia per cannottaggio, Racconigi per il tiro al volo, il Lago d’Orta per la Vela )
                                                                                                                              
Il tutto è un peccato, se si pensa che l’ultima edizione del 2009 in Australia ha coinvolto quasi 29.000 atleti, da noi sono meno (19000) ma sono sufficienti con la loro presenza per una settimana a produrre ricadute economiche sulla città  notevoli: molti alberghi (anche in prima cintura) sono in via di esaurimento. Speriamo di far bella figura.


venerdì 26 luglio 2013

il grigio funzionario di partito e l'evasione


“Esiste una quota di evasione di sopravvivenza, che non si può accettare, ma bisogna combattere con le riforme”

Queste più o meno le parole di Stefano Fassina, il cui comportamento e le cui opinioni da grigio funzionario di partito (De Luca lo chiama il pessimista cosmico) non mi hanno mai entusiasmato. Naturalmente è stato attaccato a testa bassa da esponenti stessi del suo partito.

Come si fa a criticare una fotografia della realtà, per quanto possa non piacere? O crediamo che in un Paese in recessione con una pressione fiscale diretta del 45% l’evasione sia tutta di ricchi furbetti ?
Discutere se è la pressione fiscale insostenibile che porta ad un’ evasione stimata in 140mld di euro all’anno oppure se è l’alta evasione che fa crescere le tasse per chi le paga è come discutere  se sia nato prima l’uovo o prima la gallina: non porta a nessuna soluzione.

giovedì 25 luglio 2013

i dati di giugno di Caselle

Ieri scrivevo della situazione di Caselle, oggi sono usciti i dati Assaeroporti.  

- 12,6 % passeggeri,  con -15,5%  sul nazionale e -6,4% sull'internazionale. Questa volta il dato è amplificato dal segno + del dato complessivo (anche se modesto, 0,6%). 

Si salva solo il cargo con +3,2%. 
Spicca ancora una volta Cuneo con un +48% a fronte di un aumento dei movimenti inferiore (+16%). 

Ieri scrivevo dell'accessibilità dell'aeroporto che sarà migliorata con i fondi stanziati dal decreto Fare per la connessione della ferrovia To-Ceres nel passante ferroviario. Mi hanno fatto notare che nello stesso decreto ci sono i fondi per la ferrovia Novara-Malpensa, il cui adeguamento porterà i tempi di percorrenza tra Novara e Malpensa da 60 minuti a 20 minuti, con evidenti vantaggi anche per i passeggeri in provenienza da Torino. Un motivo in più per definire beffarda per le sorti del nostro aeroporto la buona notizia dell'approvazione del decreto.

mercoledì 24 luglio 2013

L'Aeroporto delle beffe


E’ da un po’ di tempo che le nubi si addensano sempre più nere su Caselle. Innanzitutto Le dimissioni di Daniel John Winteler da AD per andare alla Miroglio. Un incarico durato appena 100 giorni e nel quale però qualche segnale di inversione di  rotta era stato dato, soprattutto nell’approccio verso la struttura e nelle relazioni con compagnie aeree (il Barcellona con Vueling e il ritorno di qualche “etnico”), tour operator e tessuto economico piemontese. Emblematica la rotta su Roma: Alitalia nel nuovo piano industriale taglia il primo volo del mattino TRN-FCO, Blu Express riduce a un solo volo daily (con orari decenti quantomeno), dopo che aveva raggiunto un picco di 6 voli. Passare in pochi anni da un milione di passeggeri l’anno su Roma alla quasi metà non è spiegabile solo dalla concorrenza TAV.

Il disimpegno di RyanAir è ormai realtà da parecchio dopo la trattativa infinita sulla base lowcost: ne beneficia Cuneo Levaldigi: a maggio ha fatto +40% di traffico grazie soprattutto a FR, ma rimane una sanguisuga di fondi pubblici.

Per il resto è un taglio e un fuggi fuggi continuo: non solo di aerei, ma anche di corse della SADEM (che intanto apre corse per BGY!!)
Barbieri è il nuovo AD. Scelto da f21 che controlla ora il 51% delle quote di Sagat?  oppure “consigliato” dagli enti locali, che dovevano estrometterlo da GTT, causa inchieste, doppio incarico per se stesso e necessità di rimpasto di poltrone? Almeno Barbieri in passato si è occupato di aviazione, con un suo precedente incarico alla società di gestione dell’aeroporto di Napoli.

La quasi approvazione di questi giorni del progetto per la connessione della FTC Ferrovia Torino-Ceres con il passante ferroviario attraverso Corso Grosseto e Rebaudengo (magari dirò in un altro post) per Caselle rischia di essere una buona notizia solitaria, quasi beffarda. Dal 2017 si rischia di avere uno degli aeroporti collegati meglio con il centrocittà  (15 minuti di treno) di tutta Italia, ma senza avere poi collegamenti aerei decenti.  

E prossima settimana arriveranno i dati Assaeroporti di giugno. Guardando l’asfittico mercato di charter non è difficile immaginarsi segni meno a due cifre, non solo sui nazionali, ma anche sugli internazionali.

martedì 23 luglio 2013

la rappresentanza di genere

L’altra sera in Consiglio Comunale abbiamo deliberato per  l’applicazione della la legge 12 luglio 2011, n. 120 all’interno di SMAT, la società di gestione del servizio idrico integrato dell’area metropolitana torinese.

E’ stata introdotta una disposizione in base alla quale gli statuti delle società quotate dovranno prevedere che il riparto degli amministratori da eleggere sia effettuato su di un criterio che assicuri l'equilibrio fra i generi, intendendosi tale equilibrio raggiunto quando il genere meno rappresentato all'interno dell'organo amministrativo ottenga almeno un terzo degli amministratori eletti. Tale criterio di riparto dovrà applicarsi per tre mandati consecutivi e varrà anche per le società soggette a controllo di pubbliche amministrazioni.

E’ indubbiamente una delibera di carattere tecnico (applicazione della legge), eppure i dati legati a questo tema sono interessanti. La Commissione Europea, che ha tentato con politiche di soft law di stimolare provvedimenti per la rappresentanza di genere nei Paesi membri, rileva infatti che l’equilibrio di genere nei vertici aziendali ha effetti positivi sulle prestazioni delle imprese.  Ad esempio una ricerca McKinsey dimostra che le società con rappresentanza paritaria realizzano profitti del 56% superiori a quelle a conduzione unicamente maschile. Se invece si va ad osservare la realizzazione degli utili delle 290 società a maggiore capitalizzazione quotate in borsa si nota che le imprese con almeno una donna in Cda hanno risultati nettamente migliori. (fonte Ernst and Young). I risultati si potrebbero spiegare proprio con le effettive difficoltà aggiuntive che incontrano le donne per raggiungere posizioni di vertice che probabilmente fanno emergere effettivamente il talento.

Chi scrive è sempre stato contrario a provvedimenti per le riserve di genere, quote rosa e simili, ritenendole strategie sbagliate (almeno in via di principio) per promuovere l’emancipazione femminile. L’approccio dovrebbe partire sull’effettiva trasparenza (concetto abusato, ma su come è applicato ce ne sarebbe da discutere) dei criteri di scelta per certe posizioni, a maggior ragione per società soggette a controllo di pubbliche amministrazione. Tanto più i criteri sono caratterizzati da merito, talento e capacità, tanto automaticamente maggiore sarà il riequilibrio di genere avvicinandosi, e perché no superando quota 50%.  Una nota positiva però questo provvedimento legislativo ce l’ha, cioè quello di costituire (con la norma) basi culturali per abituarsi a vedere donne nei vertici aziendali. 
 

giovedì 20 giugno 2013

Le domande sulla stazione Mediopadana



Sabato 8 giugno è stata inaugurata la Stazione AV Mediopadana (Reggio Emilia). A fianco l’autostrada A1, tra Milano e Bologna, è il primo esempio di stazione dell’Alta Velocità non localizzata in centro città (o in una nuova centralità urbana, vedi sotto le voci Milano Rogoredo e Roma Tiburtina)

 


 

I punti di domanda  sono diversi. 80 milioni di euro di investimenti (Min. Infrastrutture, Regione Emilia-Romagna, Ferrovie) per una cattedrale nel deserto, o per un nodo fondamentale per una catchment area di 2 milioni di abitanti caratterizzata come uno dei principali centri produttivi del Paese? La stessa collocazione giustifica un aumento dell’11% dei tempi di percorrenza tra Milano Centrale e Bologna Centrale?  E poi perché Reggio Emilia e non Parma (a metà tra Milano e Bologna) ? E poi era proprio necessaria la grandiosità dell’opera (le vele di Calatrava), caratteristica  che sembra intanto riguardare solo le Grandi Stazioni AV (altre stazioni  minori invece lasciate in declino, con diminuizione servizi) , lasciando però in ogni caso  elementi  di incompiutezza sia funzionale e strutturale ( piove dentro e l’interconnessione con la ferrovia regionale Reggio – Guastalla non esiste ancora, quindi di fatto in treno conviene ancora andare a fare interscambio a Bologna !!!)  A questo proposito non fa piacere osservare come dalla partenza dell’AV in Italia da meno di un decennio (ad oggi siamo sui 1400 km di rete) non ci sia quasi nessuna stazione principale ad esser stato completata.  Sotto un breve elenco:



 

-          Torino Porta Nuova: ristrutturati atrio e galleria commerciale, ma i binari non sono stati rifatti e l’esterno + il parcheggio di via Sacchi sono ancora un cantiere.

-          Torino Porta Susa: aperta la galleria di vetro, dopo anni di ritardo e due fallimenti di imprese. Non ancora aperti i negozi previsti, mancano ancora l’attivazione degli ultimi 2 binari sotteranei, la demolizione del vecchio fabbricato è ancora incompleta, lato est manca ancora il completamento del viale del Passante, la riorganizzazione dei mezzi su gomma non è ancora iniziata, sebbene la fermata della metro sia stata finalmente resa operativa.

-          Milano Porta Garibaldi: in attesa di connessione con M5

-          Milano Centrale: ristrutturazione esterno e piazzale in via di definizione, interno ristrutturato a mio parere poco funzionale per viaggiare, ma più funzionale per la galleria commerciale.

-          Roma Tiburtina: stazione aperta dopo anni di ritardi, già due inaugurazioni ma  servizi (commerciali e ferroviari) totalmente assenti, esterno un caos totale. Per un investimento di 300 milioni di euro complessivi.

-          Firenze Belfiore: nuova stazione non ancora iniziata la costruzione,  per ora il riferimento rimane Firenze SMN  

-          Bologna Centrale: aperti sempre l’8 giugno i due binari sotterranei dedicati all’AV.

 

Il tempo, oltre al completamento dei lavori nelle stazioni (si spera) ci darà risposte alle prime domande. Visto che sul tema AV c’è anche chi sostiene “scientificamente” che la stessa porti benefici più agli abitanti di Reggio Calabria che agli abitanti di Napoli, perché la valorizzazione economica del risparmio di tempo per viaggiare da Sud a Nord è maggiore per uno di Reggio Calabria, anche se l’AV non ce l’ha fino alla Campania, le risposte probabilmente saranno anche opinabili.

 

giovedì 18 aprile 2013

Il Quirinale e l'eutanasia Pd

L'ossessione di Bersani per Palazzo Chigi sta trascinando il Pd all'implosione.

L'ultima trovata è stato il nome Franco Marini per il Quirinale. La cosa che più non convince è sicuramente lo schema di accordo Pd-Pdl. Evidentemente non sono bastati 20 anni di distruzione di questo Paese,  anzi: si è voluto dare un'altra arma politica a Grillo, che sul Pdmenoelle ha costruito parte della sua fortuna elettorale.

Non convince il metodo interno, e le urla del Capranica ca di ieri sera lo dimostrano.

Ma il fatto è che non convince nemmeno il nome. Marini è un ottantenne percepito come un prodotto del Nocevento. Superato nei fatti e anche nella percezione del Paese. Non l'hanno votato nemmeno in Abruzzo.
Marini è uno di quelli dell'accordo con il centro, e del dialogo con il Pdl su un tema esplosivo come la giustizia, quello del Casini sì/Idv No. Uno dei dirigenti responsabili di quella condotta suicida nè carne nè pesce che ha fatto perdere al Pd le elezioni. Uno di quelli che pensa che elezioni si vincono sommando il 30% del Pd + 15% di Monti-Casini-Fini, e poi si ritrova con il Pd al 24% e Monti che non conta niente, perchè la politica negli ultimi anni non è mai stata la somma di percentuali.

Sotto metto un video di un 2-3  anni fa, dibattito Marini -Di Pietro alla Festa Democratica Nazionale a Torino . Io quel giorno c'ero tra il pubblico. Non era una platea ostile di militanti Idv, come gli amici del Pd mi dissero quella sera. Dirigenti piemontesi ce n'erano, ma chi fischiava era la base del Pd. Quella che vi ha votati nonostante tutto, ma che non voleva più vedere certe cariatidi (non soloper l'età, perchè Fassina è giovane, ma è ancora più vecchio nella testa), con modi di ragionare avulsi dalla realtà.





lunedì 8 aprile 2013

A proposito delle #primarieroma


Il problema vero non sono le file di rom ai seggi delle primarie romane, anche se qualche sospetto di poca trasparenza evidentemente lo fanno venire. A meno che non ci siano casi “Michele Curto” in salsa romana, cioè un effettivo coinvolgimento politico della comunità grazie all’impegno personale e collettivo, che viene riconosciuto ( o gli viene impedito come a Torino) anche attraverso il diritto di voto per un determinato candidato. Se così non fosse invece chi è il vero razzista?  Chi sfrutta povertà e esclusione sociale per tornaconti elettorali o chi osserva stranito i fatti?

Il problema vero, anche se è stato dato un bel vantaggio al sindaco uscente che sul tema integrazione mancata vinse 5 anni fa,  sono i voti interessati, i pacchetti di voti, i “consiglieri comunali alla testa della fila con 20 persone dietro”, i ticket decisi a tavolino solo per interesse. Tutte cose già viste, anche da queste parti. E' evidente quindi che non è un tema di nazionalità. 

Quello che ho scritto significa buttare via il bambino con l’acqua sporca? Assolutamente no. Maggiore è la partecipazione meglio è. I voti non liberi si annacquano nel mare dei voti liberi. Prima delle regole restrittive, servirebbero svolte morali. E siamo ancora ben lontani dall'obiettivo. 



mercoledì 13 marzo 2013

SI SA COSA SI LASCIA..


.... non si sa cosa si trova. Questo è probabilmente un proverbio saggio. 

Non sappiamo cosa ci regaleranno Camera e Senato come nuovo Presidente della Repubblica (Napolitano ha già detto che non si candiderà per un secondo mandato), ma sappiamo cosa lasciamo. 

E l’ultima di re Giorgio (definizione di certa stampa estera) non contribuisce certo a farci strappare i capelli per il suo addio politico al Colle.  Dopo la gravissima marcia dei parlamentari PDL al tribunale di Giustizia di Milano (a proposito hanno chiesto l’autorizzazione in questura?) per protestare contro inesistenti persecuzioni giudiziarie nei confronti di Berlusconi Napolitano ha ricevuto il segretario del pdl Alfano e i suoi ex capigruppo Cicchitto e Gasparri. Ha raccolto le lamentele, ha convocato Comitato di Presidenza del Consiglio Superiore della Magistratura, il cui esito sembra un avvertimento diretto: nessun intervento delle procure in questa fase di formazione del governo, dove il PDL rimane forzatamente un interlocutore non escludibile.

I soliti soloni in servizio permanente effettivo diranno che criticare il Capo dello Stato, in questo caso come nella trattativa Stato-mafia o sulla sua firma (senza rimando alle ) sotto leggi discutibili, è inamissibile, irresponsabile e grave. 

Riporto il pensiero di Scanzi, impeccabile: prima ha espresso "rammarico" (sempre un lessico prebellico) per la cafonata eversiva del Pdl al Tribunale di Milano, poi però ha detto che la magistratura non deve esacerbare il clima. Ma de che? Se si scopre che DeGregorio ha intascato 3 milioni per far cadere Prodi, pagato da Berlusconi, di quale "clima" si parla? Napolitano - a cui dobbiamo, per dirne due, l'invenzione Monti-Garibaldi e gli aumma aumma sulla trattativa Stato-Mafia - continua a equiparare ladri e investigatori. Troppo facile. Qua abbiamo un centrodestra che ragiona così. Nitto Palma: "Falcone e Borsellino sarebbero d'accordo con noi". Biancofiore: "Chi ve lo dice che Ruby non era davvero nipote di Mubarak?". Alfano ".." (non ricordo dichiarazioni significative di Alfano). Un centrodestra che neanche in Uganda (parafrasando Gaber). Un Pertini li avrebbe presi a calci nel sedere (e magari uno come lui avrebbe anche detto "culo"). E invece stiamo qui col bilancino, a fare distinguo, a moderare i toni, ad allungare il brodino. Basta. Basta con questi moniti sonnolenti, basta con questo centrosinistra tonnato, basta con questo centrodestra tremendo. E diamoci (tutti) una svegliata. Cazzo.