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Blog di Fabio Cuoppolo, 27 anni, che ha la pretesa, ogni tanto, di instillare qualche dubbio nei suoi pochi affezionatissimi lettori

giovedì 4 settembre 2014

#Alitalia abbandona #caselle? Non per forza è una cosa negativa....


La decisione di Alitalia-Etihad non sorprende, visto che il parziale disimpegno era già in atto, rallentato solo da alcuni contributi degli enti locali e di Sagat, e soprattutto in seguito all’accordo con Etihad che spingerà molto sul ruolo di hub di Fiumicino concentrando tutto su Roma. Non a caso i voli che rimangono sono il Roma, parzialmente il Napoli e Tirana (sul quale gli ultimi dati di tariffe e load factor fanno intuire che è una rotta molto redditizia)



La cosa che più da fastidio sono i commenti di certa politica che si accorge solo ora dell’importanza di un aeroporto per il tessuto economico e turistico di un intera regione: si va da Fassino (che non perde occasione di dire la sua su Caselle, fantasticando di voli a caso tipo il Ginevra o andando a pubblicizzare i voli da Torino….partendo da Malpensa!!) alla Lega, il cui fresco ex governatore Cota nei suoi disastrosi 4 anni di governo della Regione Piemonte se n’è sempre fregato di Caselle.



Il principale problema di Caselle di questi anni è stato l’appiattimento totale su Alitalia, con il culmine negativo dei milioni di euro elargiti dall'allora giunta Bresso per co-marketing per 4 rotte tutte chiuse in pochi mesi. Zero sforzo commerciale da parte di Sagat. Unica città europea da un milione di abitanti a non avere una base Ryan-Air. Tutte cose già viste e denunciate da chi dello sviluppo di Caselle si (pre)occupa da anni in un silenzio assordante, in primis l'associazione Fly Torino.

Quindi probabilmente l’addio così improvviso di Alitalia apre le porte all’arrivo di altre compagnie (Vueling, Volotea e soprattutto Ryanair) e forse non tutti i mali vengono per nuocere…


lunedì 14 luglio 2014

su #alitalia Riggio è fuori dalla realtà

RIGGIO, ENAC: "ANCHE PER RYANAIR ED EASYJET OBBLIGO ASSUNZIONE ESUBERI AZ"

Vito Riggio è fuori dalla realtà.
E' vero che le strutture dei costi e l'essenza stessa delle compagnie non sono paragonabili, ma allora perchè sparare e prefigurare scenari difficilmente realizzabili?




Giusto per dare un'idea i dati del 2012, già post ristrutturazione di AZ.


Ryanair 8400 dipendenti 79 milioni di passeggeri trasportati
Alitalia 15.000 dipendenti 25 milioni di passeggeri trasportati

Il tutto peraltro a un costo del lavoro più alto perchè costruito e sedimentato nei tempi d'oro dell'azienda che voleva competere sul mercato con Pantalone che paga i debiti e la politica che si mangia la torta.

venerdì 20 giugno 2014

Il declino del traffic festival

I Cani e Max Pezzali per Traffic rappresentano la degenerazione totale del concetto di Traffic.
Declino inesorabile iniziato con lo scarseggiare delle risorse pubbliche degli enti locali (Comune e Regione) già da alcuni anni.
Si è voluto tenere in piedi a tutto i costi un evento meritevole stravolgendo la sua stessa essenza artistica. Già il cambio di location era stato un sintomo: dalla Pellerina, luogo adatto a un festival musicale estivo ambizioso, all’inadegato salotto buono di Torino, passando per la Reggia di Venaria. Dai picchi di 200.000 presenze del 2007 che in un’approssimativa analisi costi benefici forse giustificavano cospicui investimenti pubblici (a memoria oltre il milione di euro) si è scivolati verso numeri quasi irrisori.

Traffic è nato intorno alla volontà di garantire la fruibilità artistica a un pubblico vasto di grandi nomi della musica, tutti concentrati in pochi giorni e garantendosi un cospicuo numero di pubblico da fuori Torino, fonte di ricadute economiche sulla città stessa. Aphex Twins, Franz Ferdinand, The Strokes, Lou Reed, LCD Soundsystem, Daft Punk, Patty Smith, Sex Pistols, Underworld, Specials e Paul Weller alcuni dei nomi che si sono succeduti negli anni. Il giochino ha retto fino al 2010, dal 2011 in poi il taglio dei fondi destinati alla cultura ne ha provocato un progressivo ridimensionamento. Per non toccare la gratuità (un prezzo simbolico di 5 euro per assistere al livello dei concerti dei precedenti anni sarebbe stata forse una soluzione che coniugava accesso popolare e qualità dell’offerta) le scelte artistiche (a proposito sarebbe interessante sapere se l’andamento del compenso dei “soliti” direttori sia stato proporzionale alla riduzione del budget per gli artisti) hanno ripiegato su artisti meno “mainstream” e prevalentemente italiani. Niente da dire contro questi, ma sono dei nomi abituati a vedersi in altri contesti (anche gratuiti o quasi) come MTV Days, Feste Democratiche e altri svariati festival estivi e non.

A me come ad altri sembra accanimento terapeutico. Per quanto ridotte le risorse pubbliche investite in Traffic sono comunque ingenti in tempi di austerity. E visto che i tempi di vacche grasse sono finiti meglio dirottarli in altri eventi musicali e culturali che siano in grado di darci visibilità fuori dai nostri confini. Altrimenti non ci resta che continuare a recitare il ruolo di provincia dell’Impero, fare il pieno di gpl e imboccare l’a4 direzione Milano.

sabato 3 maggio 2014

La Settimo del 2020

Nel 2009 a neanche 23 anni sono stato il più giovane consigliere comunale eletto a Settimo Torinese. Da fine 2013 come Vicepresidente del Consiglio  Comunale ho collaborato con l’Ufficio di Presidenza e i tecnici comunali nell’organizzazione dei lavori consiliari. 

Ho cercato di dare tutto me stesso in questi cinque anni. Per capire, imparare e contribuire nel mio piccolo all'amministrazione del Comune in cui vivo. 

I prossimi 5 anni saranno gli anni in cui costruire la Settimo del 2020. 

Una Settimo smart, una città intelligente in grado di costruire il suo vantaggio competitivo per attrarre imprese e nuovi cittadini: maggiori servizi, aumento della manutenzione urbana, dialogo tra amministrazioni e tessuto economico locale. 

Una Settimo che prosegua gli interventi di messa in sicurezza idrogeologica del territorio e che scelga di consumare meno suolo privilegiando le riqualificazioni e le trasformazioni urbane. 

Una Settimo che garantisca la mobilità ai suoi cittadini, una città sempre più integrata con bus e treni del Sistema Ferroviario Metropolitano non solo con Torino, ma con tutta l'area metropolitana. 

Una Settimo che non lasci indietro nessuno e che valorizzi l'immenso patrimonio associativo della città.

Ho deciso di ricandidarmi per il rinnovo del consiglio comunale con la lista civica INSIEME PER SETTIMO  con il medesimo entusiasmo di cinque anni fa e dopo aver maturato la consapevolezza dell’importanza dell’impegno dei giovani nell’amministrazione della nostra città. 







mercoledì 19 marzo 2014

ndrangheta a settimo

La notizia per la quale una delle ditte che aveva lavorato a un subappalto della costruzione della biblioteca Archimede a Settimo era di proprietà di persone riconducibili alla ndrangheta sta facendo abbastanza discutere. Nonostante ormai le inchieste su questo territorio (Minotauro) hanno dimostrato in maniera inequivocabile la presenza della criminalità organizzata anche al nord. Come scrivono Gianni Barbacetto e Davide Milosa nel loro “Le Mani sulla Città” (su Milano, ma applicabile anche qui) "molti ndranghetisti vivono tra noi, frequentano gli stessi bar, e probabilmente il supermercato dove andiamo a fare la spesa l’hanno costruito loro".

E forse non stupisce nemmeno troppo che l’azienda in questione fosse dotato di “regolare” certificato antimafia. Negli ultimi anni ci sono state delle novità legislative sul tema e sarebbe bello iniziare a capire se hanno fatto fare un salto di qualità alla lotta alla criminalità organizzata e se possono essere utile.


Sarebbe interessante iniziare a capire come le “White list” delle imprese presso le prefetture che stanno entrando in funzione siano efficaci. In pratica le imprese operanti nei settori considerati più a rischio di infiltrazioni (trasporto di materiali a discarica per conto terzi; trasporto e smaltimento di rifiuti per conto terzi; estrazione, fornitura e trasporto di terra, materiali inerti, calcestruzzo, bitume; noli a freddo di macchinari; noli a caldo; fornitura di ferro lavorato; autotrasporti per conto terzi; guardiania dei cantieri) possono chiedere l’iscrizione alla prefettura per essere definiti esenti da tentativi di infiltrazione mafiosa (dura 12 mesi) previa controlli Banca dati nazionale unica della documentazione antimafia. E qui emerge sicuramente un aspetto fondamentale: la centralizzazione e unificazione delle informazioni, il più trasparente e accessibile da tutti, soprattutto da chi è stazione appaltante.

Anche il sistema di rating delle aziende con un punteggio minimo che aumenta a seconda del rispetto di tutti i requisiti premianti può essere più efficace rispetto al semplice certificato antimafia. Ad esempio:

- Tutti i soggetti operanti nell’impresa (non solo l’imprenditore, ma anche soci e collaboratori) non hanno subito condanne
- Tutti i pagamenti sono tracciati elettronicamente (anche per quelli sotto i limiti di legge
- Non essere stati sottoposti a fallimenti e liquidazioni coatte per reato o illecito di un proprio dipendente
- Le aziende dimostrano di rispettare le norme sulla sicurezza del lavoro e le norme in materia previdenziale
- Le maestranze sono costantemente monitorate e verificate
- La proprietà dei mezzi che lavorano in un cantiere è controllata periodicamente



Ultimo aspetto è la cooperazione con Confindustria e associazioni di categoria.Protocolli di intesa e di azioni servono a garantire anche e soprattutto le imprese sane, schiacciate dalla concorrenza sleale delle imprese criminali.



domenica 16 marzo 2014

Il Parco Bordina

Iniziati a Settimo i lavori del Parco Bordina, compreso tra le via San Mauro, via Raffaello Sanzio e via Fosse Ardeatine. L'intervento, prossimo ai parchi Pertini e De Gasperi, si inserisce nel contesto di Tangenziale Verde (Parco Regionale della Mandria, il sistema ambientale delle basse di Stura, il Parco del Po fino ad arrivare alla collina) e in quello più ampio del progetto regionale Corona Verde 2.

Il contributo è previsto dal bando del Programma operativo regionale 2007/2013 ed è finanziato dal F.E.S.R. per circa 830.000 euro.

Un tassello di Corona Verde, programma regionale che prevede una grande rete ecologica di 90 km che collega tra di loro le risorse naturalistiche dei parchi metropolitani e il sistema storico-culturale delle residenze reali dell’area metropolitana di Torino.

In sintesi è un intervento (durata lavori circa 120 giorni) che prevede un bosco, piste ciclabili (1,4km), circuiti per il running, viali alberati, un ponticello di collegamento con i parchi Pertini e De Gasperi, aree attrezzate con porte per il calcio, aree di sosta con panche, cartellonistica didattica su flora e fauna


Qualche info numerica aggiuntiva sul progetto, che dà idea della portata:

- Le zone prative sono pari a 29.067 mq


- Le aree di bosco complessivamente sono pari a 25.413 mq, si suddividono nelle aree di bosco affermato (1177 unità) e aree di bosco in crescita (1420 unità)


- viali alberati con 217 esemplari a pronto effetto e 118 esemplari con circoferenza 10-12 cm.

- aree arbustive Le aree arbustive si sviluppano per una superficie complessiva di 3.368 mq ed il numero di esemplari è di 3964 unità

- prato alto 1321 mq















venerdì 28 febbraio 2014

tempo di relazioni di fine mandato a settimo torinese

Qui di seguito il mio intervento in Consiglio Comunale sulla relazione di fine mandato.



Volevo iniziare con due parole sulla Relazione tecnica di fine mandato: una novità normativa del 2013, un altro documento che va ad aggiungersi al già complesso panorama di documenti contabili che gli enti locali sono costretti a predisporre. Relazione tecnica, predisposta dal responsabile dei servizi finanziari, firmata dal sindaco, che poi inizia un percorso tortuoso e lungo: la firma dei revisori contabili, la trasmessione al tavolo tecnico interistituzionale, e poi alla sezione regionale di controllo della corte dei conti, il cui parere ritorna al sindaco che ne dà pubblicazione sul sito istituzionale del comune e che poi viene trasmesso alla conferenza permanente per la finanza pubblica. Il percorso io lo definisco allucinante, non credo infatti che questa alluvione documentale, dove purtroppo non c’è scolmatore che tenga, aumenti la trasparenza circa le decisioni di entrate e le uscite degli enti locali e sul rispetto dei principi del processo di armonizzazione contabile.

Territorio: L'obiettivo non è stato fare nulla, ma fare meglio, senza sprecare, nella consapevolezza del valore delle aree libere che si rende necessario consumare e con la priorità al riuso, al completamento ed alla riqualificazione territoriale. Mi sembra evidente l'impegno di fermare il consumo di suolo esterno all'articolazione degli insediamenti e abitati esistenti, evitando di dilatare ulteriormente le aree di espansione, in conflitto con le aree ad uso agricole e a verde. Quasi tutte le iniziative di trasformazione territoriale concluse o iniziate in questo mandato, anche in continuazione del mandato precedente, sono andate nella direzione di rigenerare aree e di riqualificare aree che andavano esaurendo la loro funzione: ad esempio area Paramatti, area Standa, area Ferrero, area Siva, aree nel centro storico (qt4 e qt3) , Pirelli, aree industriali del PIS.
Sul dissesto idrogeologico l’impegno gravoso in termini di impegno di risorse, non solo economiche, circa 11 milioni di euro, dello scolmatore Ovest rappresenta una scelta politica strategica che credo che questa amministrazione debba rivendicare, non tanto in termini propagandistici per i risultati concreti peraltro già dimostrati , quanto in forma di ricerca per il futuro completamento del sistema di difesa idrogeologico di maggiore compartecipazione degli investimenti da parte di Stato e Regione.
Sempre sul territorio mi sembra corretto sottolineare la capacità dimostrata nell’interazione con gli altri ambiti territoriali. Non solo Provincia e Regione ovviamente, ma capacità nella copianificazione in Torino Strategica, nel Quadrante Nord-Est, nei dialoghi con San Mauro per l’area Pescarito, il comitato Prusst, il progetto Corona Verde, L’agenzia per la mobilità metropolitana, Urban, Consorzio Smart City, il Piano Città, quest’ultimo fondamentale per recuperare risorse importanti per la riqualificazione di importanti assi viari, come il sovrappasso di corso Piemonte, che inizierà quest’anno. Anche Il rafforzamento del sistema dei parchi e il suo collegamento sovracomunale, la costruzione di nuove piste ciclabili (Settimo è stata tra i primi comuni del Piemonte per estensione kilometrica di nuove piste ciclabili) non sarebbe stato possibile senza dialogo costante con gli altri enti.

Beni pubblici: credo sia da respingere con forza qualche critica arrivata in termini di svendita del patrimonio pubblico, soprattutto in occasione dell’alienazione della palazzina dell’anagrafe. In questi anni c’è stata una riorganizzazione degli spazi di proprietà comunale, anche e soprattutto grazie alla nuova biblioteca, ma anche Suoneria, recentemente allargata, alle nuove realizzazioni dal Raf di via Milano, al centro polifunzionale di via Fantina, al nuovo centro diurno al Bosio.


Welfare: si è cercato di resistere da un lato alla durissima crisi economica che ha provocato una crescita esponenziale dei nuclei familiari in sofferenza (sono circa 350 i nuclei familiari assistiti da parte del Comune), da un lato al taglio delle risorse, anche qui, consistente, soprattutto da parte della Regione Piemonte.
Si è provato a riqualificare l’assistenza (con l’introduzione di lavoro ausiliare obbligatorio), si è rafforzata la collaborazione con le realtà di volontariato presente anche con la stipula di convenzioni, si è partecipato a tutti i programmi di welfare e protezione sociale di provincia e regione e di fondazioni bancarie, si sono introdotti l’osservatorio socio sanitario e l’utilizzo di nuovi strumenti per monitorare e assicurare risposte più immediate all’improvviso esplodere di situazioni di sofferenza (come ad esempio l’uilizzo dell’ISEE istantaneo) si sono rimodulate le fasce ISEE di contribuzioni per i servizi, cercando così di assicurare una più equa compartecipazione economica dei cittadini ai servizi; si è utilizzato il centro Fenoglio, che sta diventando sempre più centro di eccellenza nazionale per sopperire a situazioni di emergenza legate all’immigrazione. Si è cercato, infine, tramite il superamento del CISPP e l’affidamento all’unione dei Comuni, di salvaguardare il livello di servizio delle prestazioni socioassistenziali tramite una razionalizzazione delle spese, soprattutto per il personale.

Lavoro: contando che il comune non ha leve fiscali e normative per cercare di attirare e salvaguardare le imprese sul territorio, questa amministrazione non ha però rinunciato a interloquire sul territorio con le grosse aziende presenti sul territorio per capire gli spazi di intervento comunale per tutelare l’occupazione e rilanciarla, ragionando di supporto sull’urbanistica costante, di rapporti con gli enti di ricerca, di marketing territoriale, di consorzi di imprese, di collaborazioni sul tema dell’housing sociale, delle smart city: Pirelli su tutte, ma anche Lavazza, Olon, Armani, Settimo Cielo. E poi anche un dialogo costante, seppur alle volte complicato, con le associazioni di categoria.


Ho toccato, per ragioni di necessità di sintesi e di tempo, soltanto per titoli quelli che credo siano stati i temi fondamentali di questo mandato amministrativo che si chiude, ma che lo saranno anche per il prossimo. Prima di terminare il mio intervento però volevo fare anche una veloce considerazione sul rapporto Comune-Stato centrale. Non soltanto abbiamo visto in questi anni una riduzione di trasferimenti importanti, 4milioni e mezzo di euro. Questo è stato sicuramente un fattore di difficoltà. Ma un ulteriore elemento di difficoltà è stata la progressiva incertezza sulla disponibilità delle risorse, il mutare in continuazione delle norme e dei tributi, lo stratificarsi continuo di provvedimenti e di decreti, a volte temporanei, che hanno distrutto completamente la capacità di investimenti sul medio-lungo periodo da parte dei comuni. Insomma, Un approccio del nostro legislatore che definirei confusionario e burocratico nel senso peggiore del temine, (vedere una su tutte la vicenda IMU) che ha scaricato sui comuni tutto l’onere di risanamento della finanza pubblica lasciandoli al contempo nudi di fronte ai cittadini che reclamano giustamente l’erogazione di servizi. Chiudo quindi auspicando un miglioramento dei rapporti tra comuni e Stato, fondamentale per il futuro per chi si candida ad amministrare questa città.

mercoledì 26 febbraio 2014

2014 anno del rilancio di Caselle? Le promesse di Barbieri...

Ieri sera ero all’incontro promosso da Fly Torino con il nuovo amministratore delegato di Sagat Roberto Barbieri. Innanzitutto complimenti all’associazione per l’organizzazione dell’evento: pubblico numeroso e preparato.
Barbieri non mi è dispiaciuto.
Ha fatto, secondo me, una relazione dignitosa, che ha toccato tantissimi temi che spesso si sono commentati sulla stampa, sui forum online e sul sempre presente blog Allacciate le Cinture di Angelo Conti.
Di seguito riporto qualche appunto dei temi più interessanti

Si stanno facendo analisi approfondite sui flussi di passeggeri torinesi che scelgono il sistema aeroportuale milanese per alcune rotte, per capire dove puntare: è allo studio un Torino - Stoccolma (Norwegian e non Sas) e un Torino - Berlino (Air Berlin?).

Si è provato a portare qualcosa di Wizz Air (la low cost che ha un network molto ampio nel centro-est Europa, dove se togliamo il volo per Iasi TRN è assente), ma le offerte incredibili che fanno altri scali (BGY e anche CUF,) non hanno permesso risultati. Soprattutto su CUF Barbieri si è lamentato della concorrenza sleale, aeroporto con soci pubblici che ripianano le perdite annualmente, non permettendo così a TRN di offrire le medesime condizioni stracciate.

Quando arriveranno i nuovi aerei di FR si potrà ragionare di una minibase Ryanair, brandizzando anche una parte di aeroporto per la compagnia irlandese ( a questo punto più sulla summer 2015 che sulla Winter 2014, aggiungo io) Vueling su Roma dovrebbe costringere AZ ad abbassare le tariffe del TRN-FCO e riuscire a frenare la concorrenza dell’AV.

TAP su Lisbona è fallita perché non aveva abbastanza passeggeri in inbound, non tanto o solo per la concorrenza da MXP. Si riproverà a riaprirlo.

KLM su Amsterdam è un grande successo, con operativi ottimi per le prosecuzioni su destinazioni intercontinentali. KLM e Transavia non saranno eccessivamente in concorrenza perché hanno target diversi.

In questi anni l’azione di sviluppo commerciale è stata scarsa, appiattendosi sulla relazione con AZ. Sagat sta riaprendo i canali con tante compagnie.

Londra Heathrow (maggior aeroporto europeo) per il momento non è all’orizzonte, (British continuerà a operare su Gatwick) ma potrebbe esserci qualche novità a breve sul London City Airport (al momento è impossibile avere operativi decenti per volare su Londra A/R in giornata, interesse di molta utenza business).

In previsione di EXPO 2015 Caselle potrà giocare un ruolo fondamentale di supporto, soprattutto per la parte charter, con la possibilità di raggiungere la fiera a Rho prima via bus e poi via treno.
Oltre alla ripresa di qualche charter (mercato crollato nel 2013) verso l’Egitto, quest’estate vedremo la presenza di charter su Mykonos e Santorini. E ancora raddoppio di Tirana da parte di Alitalia e Volotea su Las Palmas.

In definitiva molta carne al fuoco che lascia ben sperare per un’inversione di tendenza, che peraltro sembra essere confermata dai primi dati di movimenti e passeggeri di inizio 2014. Quello che sembra però azzardato è l’auspicio di Barbieri raggiungere i 3,5 milioni di passeggeri già nel 2014.

domenica 23 febbraio 2014

La bolla di Whatsapp

Facebook compra Whatsapp per 19 miliardi di dollari.
Cifra altissima, ma completamente fuori dalla realtà.

Non si capisce infatti come possa valere così tanto un'applicazione che basa i suoi ricavi solamente sulla fee annuale per usarla:
parliamo infatti di primi 12 mesi di utilizzo gratuito e poi di 0,89 dollari per rinnovarla per un altro anno.
Proviamo a fare questo calcolo, semplificando i dati. Immaginiamo che gli utenti siano 300milioni (in realtà l'ultima rilevazione di metà 2013 parlava di 250 milioni) e che tutti paghino 0,89 $ /anno (in realtà alcuni nuovi utenti avranno i mesi gratuiti, ma ci sarà anche chi ha pagato in anticipo per 5 anni al costo di 0,66 dollari all'anno): all'anno ci sono ricavi per 267.000.000 di dollari. 70 anni di ricavi per coprire i 19 miliardi di dollari dell'investimento.






Ora, può darsi che ci sia qualcosa che non sappiamo nella testa di Zuckerberg, ma nell'economia reale un investimento che si ripaga dopo 70 anni (senza peraltro aver determinato nessun costo opportunità del capitale investito) non ha senso di esistere.



sabato 1 febbraio 2014

Torinesi di serie B?

Da www.nuovelinee.net


In occasione dell’incontro sull’aeroporto di Torino Caselle l’altra mattina al Regio il sindaco Fassino ha annunciato la volontà di aprire entro il 2015 il cantiere dell’interconnessione della FTC (Torino-Ceres) con il passante ferroviario presso la nuova stazione di Rebaudengo e scavando in Corso Grosseto. Connessione veloce e diretta per l’aeroporto, ma non solo, perchè garantirebbe a città come Borgaro, Venaria (Reggia + stadio) e alle valli di Lanzo un accesso al centro città senza rotture di carico, come avviene oggi a Dora GTT.

Ora, se pur con delle riserve su questa scelta progettuale, che comporterà tra l’altro l’abbandono del tunnel tra Madonna di Campagna e Dora GTT sotto via Stradella, oggetto di cospicua spesa pubblica poco più che 20 anni fa, non credo di essere fuori luogo nel manifestare contrarietà ad aprire un ennesimo cantiere nella zona nord della città, quando il più che ventennale cantiere del passante ferroviario non riesce a concludersi.
Non è un mistero che la zona nord è quella che ha avuto di meno dalle riqualificazioni della città, non solo del centro. Fatto riconosciuto sia da Chiamparino sia da Fassino in campagna elettorale. Il problema che è fatti degli ultimi anni, complice sicuramente la crisi, non hanno invertito la tendenza ma l’hanno incacrenita. Proviamo a elencarli: di variante 200 e di m2 è vietato parlarne in questi chiari di luna (insostenibile un project financing basato su questo utilizzo estremo di nuove costruzioni); a lavori finiti del tunnel del passante, non ci sono i soldi per la copertura. Ecco già Corso Principe Oddone e soprattutto Corso Venezia avranno un arredamento urbano low cost (forse si è esagerato in Corso Meditteraneo), ma i cantieri sono previsti in là nel tempo (addirittura 3 anni). Si parte dal centro quando arriveranno i soldi del Fare (altro che soldi immediatemente spendibili). Dora non è stata mai riattivata e Rebaudengo è in mezzo al nulla, senza neanche una riorganizzazione dei mezzi su gomma per servirla. Il tunnel tra i corsi Vigevano e Mortara è stato cancellato. In Spina 4 la crisi del settore immobiliare ha bloccato lo sviluppo della zona, gli altri lotti del Parco Dora sono fermi.


Pensare di chiudere il cantiere del passante, prima di infilarsi in un’altra opera che avrà un impatto tremendo su tutta la viabilità di Torino Nord, sembrerebbe così semplice. Magari iniziando da nord e non dal centro per completare la ricucitura. Per non far sentire una parte di città ancora una volta di Serie B e per non andare ad ingrassare le fila dei No a tutto. Ci sono persone che aspettano solo la fine dei cantieri per rifare le facciate dei palazzi, abbruttite da anni di polvere di scavi. Illudendosi forse ancora una volta di avere diritto a un trattamento uguale agli altri.

sabato 25 gennaio 2014

In attesa del Jobs Act

Mio post pubblicato su www.nuovelinee.net


Sono state delineate alcune linee guide di quello che dovrà costituire il JobsAct che Renzi proporrà al Paese.

Nell’attesa di vedere i dettagli di quello che per ora è solo una bozza, è comunque utile leggere i titoli, per vedere se almeno sui principi si può essere d’accordo.

La parte sicuramente più importante è una semplificazione delle regole e un disboscamento della giungla contrattuale: 40 forme contrattuali tra forme flessibili e precarie. Solo il 10% delle assunzioni è a tempo indeterminato e bisognerebbe rovesciare la tendenza, mantenendo comunque forme di flessibilità per alcuni lavori (stagionali, turistici, agricoltura…).

Bisogna prendere atto della frammentazione e dell’iniquità del mercato del lavoro e della sua struttura sempre più precarizzata e sottratto al sistema legale di protezione. Quello che si è costituita di fatto in questi anni è una separazione duale tra chi ha i diritti e chi non ne ha (tra cui soprattutto molti dei giovani entrati o rimasti ai margini del mercato del lavoro negli ultimi 10 anni), creando un evidente vuoto di speranza nelle giovani generazioni e una più generale disgregazione del tessuto sociale, con effetti destinati a investire tutti i lavoratori, anche quelli “tradizionali”.

E qui Renzi forse richiamerà la vecchia proposta di Tito Boeri sul contratto unico di inserimento (CUI), il cui fine è costruire un’unitarietà di strumento di ingresso, dividendo la “vita” contrattuale in una prima fase di ingresso (fino a 3 anni) e una fase di stabilità, con una tutela crescente contro il licenziamento individuale. In caso di licenziamenti per motivi economici sarebbe comunque stabilita un’indennità progressiva rispetto al tempo passato in azienda.

E’ oggettivo anche che serve un’intervento di restrizione o comunque di disincentivo al fine limitare la distorsione dell’eccessivo utilizzo da parte dell’aziende a contratti a termine per mansione a bassa qualificazione.

Altri titoli sonno ridurre i costi (anche legati alla burocrazia delle registrazioni) per le nuove imprese (in questi anni è fatto stato qualcosa solo per le start up di giovani, ma è assolutamente insufficiente) ammortizzatori sociali che coprono tutti (e non soltanto più aziende di grandi e medie dimensioni), ridotti costi dell’energia per piccole imprese (qui però per ora rimane un titolo e sarà molto difficile capire come attuarla senza un aggravio su altri utenti di bollette elettriche), no ai dirigenti della PA inamovibili. Su quest’ultimo punto auguri Renzi! La ritrosia di certa alta burocrazia statale sono uno dei più alti ostacoli alle riforme in questo Paese.

Vedremo il 16 gennaio un po’ più di contenuti e si potrà entrare più nel merito. Per ora i titoli sono quelli giusti. Il rischio che si intravede è che vada bene per tutti: per ora ha incassato pareri favorevoli da Landini alla Fornero, dalla Camusso a Bonanni. Se anche tra un po’ di tempo andrà bene a tutti allora forse ci sarà qualche domanda da farsi sull’effettiva caratteristica dirompente che l’ambizioso Jobs Act promette in questa Italia immobile.