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Blog di Fabio Cuoppolo, 27 anni, che ha la pretesa, ogni tanto, di instillare qualche dubbio nei suoi pochi affezionatissimi lettori

mercoledì 19 marzo 2014

ndrangheta a settimo

La notizia per la quale una delle ditte che aveva lavorato a un subappalto della costruzione della biblioteca Archimede a Settimo era di proprietà di persone riconducibili alla ndrangheta sta facendo abbastanza discutere. Nonostante ormai le inchieste su questo territorio (Minotauro) hanno dimostrato in maniera inequivocabile la presenza della criminalità organizzata anche al nord. Come scrivono Gianni Barbacetto e Davide Milosa nel loro “Le Mani sulla Città” (su Milano, ma applicabile anche qui) "molti ndranghetisti vivono tra noi, frequentano gli stessi bar, e probabilmente il supermercato dove andiamo a fare la spesa l’hanno costruito loro".

E forse non stupisce nemmeno troppo che l’azienda in questione fosse dotato di “regolare” certificato antimafia. Negli ultimi anni ci sono state delle novità legislative sul tema e sarebbe bello iniziare a capire se hanno fatto fare un salto di qualità alla lotta alla criminalità organizzata e se possono essere utile.


Sarebbe interessante iniziare a capire come le “White list” delle imprese presso le prefetture che stanno entrando in funzione siano efficaci. In pratica le imprese operanti nei settori considerati più a rischio di infiltrazioni (trasporto di materiali a discarica per conto terzi; trasporto e smaltimento di rifiuti per conto terzi; estrazione, fornitura e trasporto di terra, materiali inerti, calcestruzzo, bitume; noli a freddo di macchinari; noli a caldo; fornitura di ferro lavorato; autotrasporti per conto terzi; guardiania dei cantieri) possono chiedere l’iscrizione alla prefettura per essere definiti esenti da tentativi di infiltrazione mafiosa (dura 12 mesi) previa controlli Banca dati nazionale unica della documentazione antimafia. E qui emerge sicuramente un aspetto fondamentale: la centralizzazione e unificazione delle informazioni, il più trasparente e accessibile da tutti, soprattutto da chi è stazione appaltante.

Anche il sistema di rating delle aziende con un punteggio minimo che aumenta a seconda del rispetto di tutti i requisiti premianti può essere più efficace rispetto al semplice certificato antimafia. Ad esempio:

- Tutti i soggetti operanti nell’impresa (non solo l’imprenditore, ma anche soci e collaboratori) non hanno subito condanne
- Tutti i pagamenti sono tracciati elettronicamente (anche per quelli sotto i limiti di legge
- Non essere stati sottoposti a fallimenti e liquidazioni coatte per reato o illecito di un proprio dipendente
- Le aziende dimostrano di rispettare le norme sulla sicurezza del lavoro e le norme in materia previdenziale
- Le maestranze sono costantemente monitorate e verificate
- La proprietà dei mezzi che lavorano in un cantiere è controllata periodicamente



Ultimo aspetto è la cooperazione con Confindustria e associazioni di categoria.Protocolli di intesa e di azioni servono a garantire anche e soprattutto le imprese sane, schiacciate dalla concorrenza sleale delle imprese criminali.



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