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Blog di Fabio Cuoppolo, 27 anni, che ha la pretesa, ogni tanto, di instillare qualche dubbio nei suoi pochi affezionatissimi lettori

martedì 8 novembre 2016

Recensione di #Supersonic

per chi è fan degli Oasis, Supersonic è da vedere. Dagli esordi fino a Knewborth 1996 ripercorre gli anni esplosivi della band: dalle prime prove al più grande concerto in UK con 250.000 persone, passando per i tour in Giappone e in Usa e le registrazioni di Definitely Maybe e What's the Story Morning Glory.

 Con spezzoni video del tempo e le testimonianze vocali di Liam e Noel ti trasporta a tutto volume nella "Madchester" degli anni '90. Sono gli Oasis più sfrontati e genuini, prima che il meccanismo dello show biz e delle case discografiche ne incrini l'autenticità.

 Si indugia sul rapporto burrascoso tra i fratelli: non sarebbero diventati quelli che sono, senza aver fuso le loro diversità nella band. Noel introverso e geniale ("mio padre mi ha inculcato la musica con le botte"), Liam arrogante e incostante. Acquiesce potrebbe essere la canzone che li rappresenta di più (in effetti si sente a un certo punto), la prima cantata da tutti e due "Because we need each other, We believe in one another".

Shakermaker, Cigarettes and Alcohol, Rock and Roll Star, Champagne Supernova, Live Forever, Some Might Say, The Masterplan e altre sparate a mille dall'impianto audio del cinema accompagnano le due orette del docufilm Supersonic (Give me Gin and Tonic!)

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